venerdì 12 giugno 2020

Il movimento Cinque stelle è in tensione per la vicenda delle forniture strategiche all'Egitto come navi da guerra e satellite di osservazione. 5 deputati pentastellati presentano un'interrogazione parlamentare al titolare della Farnesina ( ovvero Di Maio)

Forniture d'armi all'Egitto: una bella gatta da pelare per il Ministro degli Esteri.

Dovrà rispondere ad un'interrogazione parlamentare presentata da esponenti del suo gruppo politico. 

Ecco l'atto ispettivo presentato in data 11 giugno 2020:

LATTANZIO, TRIZZINO, DE LORENZO, SURIANO, SIRAGUSA, EHM e SARLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di maggio 2020 è stata trasmessa al Parlamento la Relazione governativa annuale sull'export di armamenti, così come richiesto dalla legge 9 luglio 1990, n. 185, che regola la vendita estera dei sistemi militari italiani, vieta le esportazioni di armamenti «verso i Paesi i cui governi sono responsabili di accertate violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani», e prescrive che l'esportazione di materiale di armamento e la cessione della relative licenze di produzione «devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia»;

   si evidenzia che i dati della Relazione riportano che la tendenza degli ultimi anni è quella di un forte aumento dell'export di armamenti da parte del nostro Paese (si parla di un aumento di circa +80 per cento dal 2014), facendo aumentare in maniera consistente le commesse per l'industria militare italiana, con ben 84 Paesi destinatari;

   in questo scenario, la Rete italiana per il disarmo e dalla rete della pace, a seguito della lettura dei dati aggregati dell'export militare contenuti nel capitolo introduttivo della relazione annuale del Governo, ha posto l'attenzione sul fatto che il Paese destinatario del maggior numero di autorizzazioni per nuove licenze sarebbe l'Egitto, con 871,7 milioni di euro. Nel dettaglio, secondo quanto riportato già a febbraio 2020 dal quotidiano panarabo The Arab Weekly e ripreso da Il Fatto Quotidiano del 7 giugno 2020, l'intera commessa relativa alla vendita di forniture militari all'Egitto comprenderebbe un numero consistente: 6 fregate Fremm (di cui 2 da consegnare immediatamente), 20 pattugliatori d'altura, 24 caccia EurofighterTyphoon, 20 velivoli da addestramento M346 e un satellite da osservazione, per un totale fra i 9 e gli 11 miliardi di euro;

   in relazione agli ultimi rilevanti sviluppi in ordine alle relazioni bilaterali italo-egiziane – in cui l'Egitto continua a rifiutare ogni collaborazione politica e giudiziaria con il nostro Paese sull'omicidio di Giulio Regeni e da ultimo l'arresto forzato del giovane studente Patrick Zaki – si ritiene un grave errore sostenere una vendita così consistente di armi al Paese;

   nella recente telefonata intercorsa tra il Presidente del Consiglio dei ministri Conte e il presidente egiziano Al-Sisi si sono discussi i seguenti argomenti: la stabilizzazione della Libia (dove però l'Egitto si pone come alleato di Haftar), con particolare riferimento alla necessità di un rapido cessate il fuoco e di un ritorno al tavolo negoziale; ma anche «la collaborazione bilaterale, da quella industriale a quella giudiziaria, con particolare riferimento al caso Regeni»;

   in tale quadro l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della commissione parlamentare d'inchiesta sulla morie di Giulio Regeni ha richiesto all'unanimità di procedere ad audire urgentemente il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte anche in relazione alla sua recente interlocuzione diretta con il Presidente della Repubblica Araba d'Egitto Abdel Fattah Al-Sisi, ed al fine di comprendere effettivamente quale sia la natura dei rapporti commerciali con l'Egitto –:

   se il Ministro interrogato, in considerazione anche del fatto che la legge n. 185 del 1990 esplicita il divieto di esportazioni di armi verso Paesi in guerra o che violino apertamente i diritti umani, non intenda adottare iniziative per modificare la politica adottata in merito all'export di armamenti, riconsiderando in particolar modo la direttrice commerciale verso l'Egitto.
(4-05987)


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