Se ne è parlato recentemente anche in pubbliche manifestazioni.
Gli enti pubblici di ricerca, quelli controllati dal Miur come il Cnr, l’Infn e l’Ingv e quelli controllati da altri ministeri come l’Iit di Genova e l’Enea perdono complessivamente più di 50 milioni di euro annui.
Se questa cura dimagrante fosse affiancata da una riforma di quegli enti, che in Italia sono troppi, talvolta inutili e con un eccesso di personale amministrativo, i burocrati superano in diversi casi i ricercatori, sarebbe una svolta storica.
La riforma degli enti di ricerca, tuttavia annunciata in primavera dal governo e poi accantonata, continua a non esserci traccia.
Finché non verrà fatta una seria riforma, gli enti di ricerca continueranno ad essere gestiti male
Vi è consenso unanime soltanto a parole e non nei fatti.
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