Alcuni recenti articoli di questo blog hanno incentrato l'attenzione sull'invio di deliziosi cibi nello spazio al seguito dei nostri valenti astronauti.
E' certamente una stimolante nota di costume che tuttavia se accompagnata da spese ingiustificate delle regioni diventa qualcos'altro e senza dubbio un indizio dello sperpero pubblico.
Se ne parla in modo molto autorevole in un articolo del giornalista del Corriere della Sera che parlò a suo tempo in un altro articolo sui conflitti di interesse in orbita.
Questa volta non si riferisce all'ASI, ma alla Regione Lazio che già nel 2005 mandò i propri cibi in orbita.
A tal proposito un'Agenzia di Sstampa del periodo riportava che un astronauta ed i suoi colleghi "sperimenteranno poi in orbita i cibi tipici del lazio con il vassoio progettato per la dieta degli astronauti e basato su prodotti come ricotta, olive di Gaeta, tozzetti di Viterbo, miele di acacia, caciottina di bufala e pecorino della Sabina."
L'astronauta è facilmente identificabile.
Sarebbero soldi ben spesi e con quale utilità per il cittadino?
Forse si è scambiata una missione spaziale con la popolare trasmissione linea verde in cui grande risalto è dato alla degustazione dei cibi locali.
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