Si apprende che gli scienziati europei hanno firmato un appello – più di mille in un solo giorno, in cui si giudica riduttivo il titolo di commissario europeo all’Innovazione e alla Gioventù, dicastero a cui è candidata la bulgara Mariya Gabriel.
Criticano in particolare il fatto che parole come “istruzione” e “ricerca” non vengano citate esplicitamente, e che si sia preferito enfatizzare la sfruttabilità economica dell’innovazione, piuttosto che le sue fondamenta, che sono appunto istruzione e ricerca.
La proposta, dunque, è di rinominare il dicastero con un titolo più lungo ma più corretto, vale a dire “commissario all’Istruzione, alla Ricerca, all’Innovazione e alla Gioventù”.
I firmatari iniziali della lettera sono Siegfried Bethke (Istituto Max Planck per la Fisica), Nora Brambilla (Università tecnica di Monaco), Aldo Deandrea (Università Claude-Bernard di Lione), Carlo Guaraldo (Laboratori Nazionali di Frascati, INFN), Luciano Maiani (Università La Sapienza), Antonio Pich (Università di Valencia), Alexander Rothkopf (Università di Stavanger, Norvegia) e Johanna Stachel (Università di Heidelberg, Germania).
L’appello è stato firmato anche dal premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia e da leader di associazioni scientifiche come Martin Andler (presidente di Initiative for Science in Europe), Marta Argostinho (coordinatrice dell’alleanza EU-LIFE), Luisa Cifarelli (presidente della Società italiana di Fisica e del Centro Fermi), Matthew DiFranco (a capo della Marie Curie Alumni Association), Sarah Green (presidente dell’Associazione europea degli antropologi sociali), Uli Katz (presidente del Global Neutrino Network), Maria Leptin (alla guida dell’Organizzazione europea di Biologia molecolare), Enrico Nardelli (presidente di Informatics Europe), Joe O Hara. Tra i firmatari anche rettori di università – come Eugenio Coccia, rettore del Gran Sasso Science Institute – e direttori di istituti e dipartimenti – tra cui Luigi Ambrosio (Scuola Normale Superiore di Pisa) e Stefano Ruffo (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati). E moltissimi altri vincitori di premi e finanziamenti del Consiglio europeo della ricerca (ERC).
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