Nello spending review, senza l'intervento del MIUR, almeno sembra sono comparsi tagli per la ricerca pari a ben 210 milioni di euro in tre anni. Una decurtazione aggravata dal fatto che alcuni Enti di ricerca ne hanno fatto le maggiori spese rispetto ad altri. E' il caso ad esempio dell'INFN.
E' probabile quindi che il MiInistro della Ricerca tenti di alleggerire la cura dimagrante, prima ancora che la manovra dello spending vada in Parlamento.
Una cosa è certa però : è che il Ministro, subito dopo il varo del tavolo tecnico avviato nella riunione del 12 luglio con i presidenti degli Enti di Ricerca,sembra sia fortemente intenzionato a raggiungere un'ottimizzazione del sistema orientata ad esempio alla riduzione delle sedi sparse in tutta Italia ed all'annullamento delle non poche sovrapposizioni presenti tra gli Enti ( basti pensare all'ASI ed alle sue società partecipate, all'INFN, al CNR.
Il ministro in un evento pubblico recente avrebbe detto: Dobbiamo pensare che la cosa pubblica deve essere un po' gestita come la nostra famiglia. Nei momenti di difficoltà, prima di tutto si spengono le luci, non si lasciano accese, anche se i nostri figli qualche volta le dimenticano E noi dobbiamo insegnare loro ad andare avanti in questa direzione.
Un paragone molto calzante ed invitante a fare qualcosa subito. Le orecchie da mercante purtroppo saranno molte!
Vederemo quanto il Ministro si saprà imporre.
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