In questi giorni è stato pubblicato il solito rapporto annuale di Euroconsult " Government Space Markets, World Prospects to 2020" che fa una sintesi del mercato spaziale.
Il dato più rilevante è che gli investimenti pubblici nei programmi spaziali hanno raggiunto un picco storico nel 2010 con 71,5 miliardi di dollari, ma tendono a rallentare nel prossimo quinquennio.
Continueranno in particolare a crescere sebbene in forma ridotta gli investimenti governativi per programmi spaziali a scopi civili.
Secondo il rapporto, il fatto che che gli Stati stiano adottando politiche di spesa restrittive porterà il settore spaziale ad intraprendere una nuova fase di cooperazione in cui aumenterà la presenza dei privati nel business spaziale ed al tempo stesso cresceranno larghe intese di collaborazione tra i vari Paesi.
In termini numerici , osservando i diversi settori si può rilevare che circa 72 miliardi di dollari spesi nel 2010 provengono dal comparto delle telecomunicazioni grazie alla spinta militare, 12 dal volo spaziale abitato, 8 dalle osservazioni della terra ( con un incremento per il 2015 a quota 9 miliardi) 5,6 dal settore scienza ed esplorazione , 4,6 sono relativi alle capacità di lancio autonomo; circa 5 miliardi per la navigazione satellitare ed 1,7 per la sicurezza militare nello spazio.
Il quadro complessivo dei paesi partecipanti registra accanto ai Paesi fortemente impegnati come anche l'Italia, l'ingresso di moltissimi nuovi Paesi anche africani.
Insomma è il solito prospetto complessivo a cui siamo abituati da anni,
Sarebbe anche interessante avere una sintesi completa dei reali interessi nei programmi spaziali da parte de gli utilizzatori finali delle molteplici applicazioni, per comprenderne appieno la reale valenza.