Sul Corriere della Sera di oggi compare una lettera a Beppe Severgnini da parte di "un'ingegnera italiana" che vive e lavora ormai da più di 3 anni in Inghilterra.
Ella -inter alia- pone in evidenza quanto segue:
Ella -inter alia- pone in evidenza quanto segue:
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Ora, letteralmente per caso, scopro che ci sono dei bandi aperti per delle posizioni tecniche all’Agenzia Spaziale Italiana. Purtroppo rimango sconcertata da come la burocrazia italiana sembra faccia di tutto per tenerci alla larga da qualsiasi possibilità di ritorno nella nostra amata Patria. Un bando di 68 pagine in cui non sono nemmeno chiaramente descritti i requisiti richiesti, ragione per cui non si sa neanche in cosa dovrebbe consistere l’esame scritto e orale. A parte il fatto che trovo assurdo reclutare delle figure professionali altamente specializzate tramite un test scritto a punti, la modalità di selezione sembra fatta apposta per tenerci alla larga. Come possono aspettarsi da chi abbai un lavoro e sia residente all’estero, che possa essere disponibile, con un preavviso di soli quindi giorni, ad organizzarsi per andare a fare il concorso, e poi ripresentarsi anche per l’orale, ovviamente sempre in date assolutamente non negoziabili, sobbarcandosi tutte le spese di viaggio? "
Il giornalista Severgnini commenta:
"Non c’è bisogno di scusarsi: sfogo comprensibile. Non conoscevo la questione, prendo atto della testimonianza. Sembra strano, in effetti. Se l’Agenzia avesse voglia di rispondere, siamo qui.
Non spetta a noi commentare.
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