Sarebbe stato bandito dall 'INPS un concorso molto affollato di candidati come si può rilevare nei dettagli riportati da un
organo di stampa.
Ma neanche l''Inps si sarebbe accorta che l'incarico del portavoce avrebbe una connotazione strettamente fiduciaria che non prevede il ricorso alle
valutazioni comparative per l’assegnazione dell’incarico.
Se l'INPS avesse seguito le procedure adottate dall'ASI per la rierca del portavoce non sarebbe incorsa in questi errori procedura,i.
Si fa per dire anche perchè l'ASI nell'estate scorsa ha ricorsa ad un annullamento per autotutela di un concorso analogo come posto in evidenza da una recente interrogazione parlamentare.
di
Stefano Sansonetti
Ma che fine ha fatto il nuovo capo ufficio stampa dell’Inps? Eh sì, perché da quando l’istituto guidato dal bocconiano
Tito Boeri
ha pubblicato l’annuncio dell’ormai famoso “interpello” sono passati
quasi tre mesi. Ma del nuovo capo comunicazione ancora non c’è traccia.
Eppure l’economista era stato assai veloce nell’individuare la sua
portavoce,
Isabella Rota Baldini, attirandosi pure
l’attenzione della Corte dei conti. Del resto questa sorta di
“concorsone” Inps non era nato sotto i migliori auspici.
Basta ripercorrerne velocemente le tappe.
Il 2 dicembre 2015 l’istituto previdenziale annuncia la procedura. In
prima battuta alla prova scritta si iscrivono 200 giornalisti. Quelli
che poi si recano a sostenerla, il 18 dicembre, sono 133. E qui c’è la
prima “gaffe” della gestione dell’innovatore Boeri.
LA GAFFE
Il giorno dello scritto, infatti, gli aspiranti responsabili
dell’ufficio stampa si trovano di fronte uno scenario da penna, carta e
calamaio. Sarebbe a dire che la prova si svolge su foglio protocollo,
come a scuola. L’Inps stesso, sondato sul punto, è costretto ad
ammettere che “l’alto numero di partecipanti non ha dato la possibilità
di attrezzare postazioni col pc”. Ad ogni modo i candidati, tra cui ci
sono giornalisti delle più importanti testate nazionali e responsabili
della comunicazione di grosse Pubbliche amministrazioni, si adeguano e
svolgono la prova. L’11 gennaio 2016, smaltita la sbornia da panettone,
l’Inps comunica che ad aver passato lo scritto sono in 5. E dà
appuntamento al primo febbraio per l’orale. Data poco dopo rinviata al 5
febbraio. Quel giorno, quindi, si svolgono i colloqui con la
commissione esaminatrice, che ha avuto anche la copertura dell’ordine
con l’invio di tre giornalisti (di cui uno supplente). Ma da quel 5
febbraio non si sa nulla. Qualche trambusto viene creato
dall’autosospensione di Massimo Cioffi, dg dell’Inps, indagato dalla
procura di Nocera Inferiore in un’inchiesta che riguarda una presunta
evasione contributiva dell’Enel di cui lo stesso Cioffi è stato
direttore del personale dal 2006 al 2014. Ma il motivo del ritardo resta
un mistero.
LA COMUNICAZIONE
L’Inps, contattato sul punto da
La Notizia ha spiegato ieri che
le prove “sono tutt’ora in corso in quanto la dirigenza sta valutando
le azioni da intraprendere in esito al procedimento svolto”. Frase a dir
la verità un po’ sibillina. Anche perché, sorpresone finale, lo scorso 8
febbraio l’Inps decide di indire un’altra procedura, stavolta per
l’affidamento di un incarico di collaborazione temporanea (a titolo
gratuito) a persone esterne all’Inps nell’ambito della costituzione di
un Advisory Board in materia di comunicazione istituzionale. Quanto alle
iniziali richieste della Corte dei conti sulla chiamata della Rota
Baldini, invece, l’Istituto fa sapere che la Corte si era mossa
nell’erroneo presupposto che il caso fosse riconducibile all’art. 7,
comma 6, del dlgs n. 165/2001.