Ne fa testimonianza quanto ha avuto modo di porre in evidenza nel corso del festival della scienza. Secondo l'astrofisico, che lavora anche all'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), “il problema è nella mancanza di fondi. Colpa anche delle imprese italiane, che sono quelle che investono meno nella ricerca, tra i paesi occidentali più sviluppati. La soluzione dovrebbero essere gli investimenti per il rinnovamento scientifico e tecnologico. Ma non solo sulla ricerca applicata.”
Affermazioni condivisibili che lo impegneranno molto in ASI che finora sembra avere valorizzato più i programmi applicativi e maturi che quelli più propriamente di ricerca e sviluppo.
Basti pensare ai finanziamenti per la seconda generazione del sistema Cosmo-Skymed per rendersene conto.
Tutto ciò accade malgrado il Ministero Vigilante sia dedicato alla ricerca e sviluppo.
Quanto poi alle aziende del settore è ben noto e consolidato il fatto come queste portino avanti programmi spaziali anche maturi esclusivamente con i finanziamenti dello Stato.
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