Ha avuto in questi giorni larga diffusione l'agenda 2025 varata dal direttore generale dell'ESA con il contributo dei paesi MembriL’Agenda 2025 raccoglie i contributi degli Stati membri e punta ad un orizzonte temporale che arriva fino al 2035, anche se si rivolge in particolare agli appuntamenti del prossimo anno. Le priorità . come sintetizza anche " Le Formiche" sono cinque. Prima di tutto, “il rafforzamento delle relazioni tra l’Esa e l’Unione europea”. In secondo luogo, “alimentare la trasformazione green e la commercializzazione digitale”, con un maggiore coinvolgimento degli attori privati. Terzo, “sviluppare lo spazio per la sicurezza”, con l’attenzione a nuove infrastrutture di monitoraggio e al tema della space debris. Quarto, “affrontare le sfide programmatiche principali”, tra cui si citano i lanciatori Vega C e Ariane 6, le missione esplorative, ma anche la partecipazione al programma Artemis. Quinto, “completare la trasformazione dell’Esa”, per un’agenzia più snella, con procedure burocratiche alleggerite e una più forte uguaglianza di genere"A prescindere tuttavia da quanto sia specificato nel documento dell'ESA, è nostra impressione comunque che la linea del nuovo direttore generale dell'ESA sia orientata verso uno scenario in cui l'ESA sia sempre meno indipendente nei confronti della Commissione europea, ove, come è noto, l'apposita direzione generale (Difesa, industria e spazio), rientra nelle competenze del commissario al Mercato unico, il francese Thierry Breton, con in mano il portafoglio del programma spaziale dell’Ue: 14,8 miliardi in sette anni. Insomma il deus ex machina potrebbe essere la Francia che detta legge sullo spazio in Europa.Cosa fa l'Italia? Ne condivide la strategia?
Sarà una delle tematiche di riflessione per il sottosegretario Tabacci.
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