Un'importante risoluzione pentastellata sull'organizzazione spaziale nazionale presentata in Parlamento.
Negli atti parlamentari della Camera dei Deputati del 10 dicembre 2020 è pubblicata la seguente risoluzione a firma di deputati pentastellati.
"Le Commissioni III e X,
premesso che:
il tema dell'esplorazione spaziale sta attraversando una nuova fase in cui molti Paesi si stanno attrezzando con interventi normativi e notevoli sforzi economici per rispondere a una variazione degli equilibri geopolitici senza precedenti;
nella corsa allo spazio l'Italia è riuscita a far sentire la propria voce fin dagli albori, grazie soprattutto alla capacità scientifica e diplomatica del professore Luigi Broglio che fece dell'Italia il terzo Paese al mondo a coordinare un team di lancio per mandare un satellite in orbita (il San Marco 1 nel 1964), dopo Unione Sovietica e Stati Uniti, e a fondare nel 1966 una base di lancio che usufruiva di piattaforme di lancio oceaniche a Malindi in Kenya (Centro Spaziale Luigi Broglio); da allora l'Italia ha sempre avuto un ruolo di primo piano con molti successi in campo internazionale, ma mai con una politica nazionale strutturata e coordinata come negli ultimi anni;
la legge 11 gennaio 2018, n. 7, istituisce il Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e all'aerospazio (Comint) affidandogli lo scopo di organo decisionale nazionale e il conseguente decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 dicembre 2018 lo dota di una struttura di coordinamento come organo operativo;
in campo internazionale si assiste alla nascita di numerose agenzie spaziali nazionali e alla costituzione della neonata direzione generale Defis in seno alla Commissione europea, fortemente voluta dal Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton;
l'Italia presenta sul proprio territorio aziende di punta nel settore spaziale, annoverando fra di esse alcune delle aziende con la tecnologia più avanzata del mondo, come nel caso, ad esempio, di lanciatori e moduli abitativi. Il comparto aerospazio e difesa occupa oltre 50.000 addetti, che salgono a 200.000, considerando l'intero indotto, e ha un fatturato medio annuo di oltre 15 miliardi di euro (quasi 5,8 miliardi di euro di export). Se si valuta soltanto il settore spaziale, le imprese totali sono 250 (con una percentuale dell'80 per cento di piccole e medie imprese e con un trend di crescita delle start-up del +74 per cento negli ultimi 5 anni) e 2 miliardi di euro di valore industriale annuo. Ciò garantisce all'Italia il settimo posto al mondo nel settore aerospaziale;
a livello mondiale, la space economy è destinata a crescere significativamente, con un impatto interessante in termini di ricadute in molti settori collegati e sulle principali industrie. In termini di valore economico generato dall'uso combinato di tecnologie spaziali e digitali si passerà, secondo recenti stime, dai 360 miliardi di dollari del 2018 a 2.700 miliardi nel 2045;
come detto, l'80 per cento sono piccole e medie imprese ed enorme è stata la spinta propulsiva privata in questo settore, anche se non del tutto al passo con i ratei di crescita di altri Paesi leader. Inoltre, alla crescente rete di start-up innovative spaziali non è affiancato un piano di crescita collettivo e di vero sostegno sia in Italia che all'estero. Allo stato attuale, il settore si avvale di due soli addetti spaziali, a Washington e Bruxelles, con il compito di assicurare efficaci contatti con le agenzie e le istituzioni omologhe e rafforzare l'azione dell'Italia e la cooperazione internazionale nel settore dello spazio;
negli ultimi anni, di pari passo all'aumento dell'offerta dei servizi di lancio, è sempre più forte l'interesse e la capacità economica e tecnologica in campo spaziale di nuovi attori internazionali, quali ad esempio in primis la Cina e il Giappone; analogamente, si registra un notevole aumento delle commesse commerciali di Paesi del sud-est asiatico o di alcuni governi africani;
l'Italia, nel Consiglio ministeriale dell'European Space Agency (Esa) a Siviglia, ha dato segnali importanti e ha strategicamente rafforzato considerevolmente il proprio peso nei programmi triennali dell'Agenzia spaziale europea, consolidandosi come terzo, contribuente e investendo la cifra record di 2,3 miliardi di euro su un totale di 14,4 miliardi di euro (quindi il 16 per cento del budget complessivo è italiano). In precedenza l'investimento dell'Italia era di 1,3 miliardi di euro. L'investimento italiano punta a consolidare la leadership italiana in settori come il trasporto spaziale e l'osservazione della Terra;
proprio relativamente all'osservazione della Terra, l'Italia ha sviluppato altissime tecnologie e ha un ruolo di primo piano nel progetto nazionale COSMO-SkyMed e nel programma Copernicus della Commissione europea (attraverso la costellazione di satelliti Sentinel dell'Esa). Si è così in grado di mappare il territorio e presidiarlo costantemente all'interno di programmi di sostenibilità ambientale e sociale, con altissima precisione e basso margine di errore;
la centralità dello spazio nel prossimo futuro è sottolineata anche dalla creazione della United States Space Force negli Stati Uniti, del Comandement de l'espace in Francia e del nostro progetto di Comando operazioni spaziali. Sono tutti programmi volti, in prima istanza, a spostare il controllo delle operazioni e comunicazioni satellitari direttamente in orbita, blindando il rischio di «hackeraggio» delle trasmissioni via terra;
i Paesi del nord Africa stanno accelerando la fase di ammodernamento dei propri servizi di telecomunicazioni e osservazione della Terra e, nel 2017, prima il Marocco e poi la vicina Algeria hanno lanciato in orbita rispettivamente «Mohammed VI-A» (con il nostro lanciatore Vega) e «Alcom Sat 1». Il loro obiettivo principale è, teoricamente, quello di migliorare l'accesso a internet, consentendo la copertura di aree remote, e potenziare i livelli di sicurezza. Infatti, la tecnologia duale dei satelliti in questione indica l'inizio di una competizione militare anche per i Paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo. Inoltre, la Tunisia ha appena lanciato il suo primo satellite all'interno di un programma spaziale che prevede il lancio di 30 satelliti e darà impulso a un nuovo settore, con la creazione di posti di lavoro e possibilità di crescita. Anche il lancio del satellite marocchino, «Mohammed VI-B», rientra nella logica della missione ufficiale di osservare la Terra e accelerare lo sviluppo economico e sociale del Regno del Marocco. Ciò significa che i nuovi modelli di cooperazione allo sviluppo e risoluzione di conflitti interni, come ad esempio in Libia, non possono prescindere dal discorso spaziale;
anche l'Unione Africana, a partire dalla strategia dell'Agenda 2063, ha sviluppato una intensa iniziativa di cooperazione spaziale tra i vari Stati membri, avviando addirittura delle trattative per una strategia e agenzia spaziale comuni, e tale pilastro di sviluppo di collaborazione inter-africana apre spazi interessanti anche per il nostro Paese;
a inizio di ottobre 2020 Messico e Argentina hanno siglato uno storico accordo per la creazione di un'Agenzia spaziale latinoamericana e dei Paesi caraibici (l'Alce). Per i Paesi del Sud America la nostra agenzia spaziale è da sempre un punto di riferimento importante e uno dei primi partner, motivo per cui sarà indispensabile il nostro supporto per avviare il progetto dell'Alce;
negli ultimi anni sta crescendo l'interesse della Commissione affari esteri e comunitari della Camera per le tematiche spaziali ai fini di un corretto studio della posizione italiana nello scenario geopolitico,
impegnano il Governo:
ad adottare iniziative per rivedere il sistema degli addetti per le questioni spaziali per rimodulare l'internazionalizzazione e dare sostegno attivo e di programmazione alle piccole e medie imprese e alle start-up che vogliono investire all'estero, anche attraverso l'aumento del numero di addetti e il loro utilizzo in aree di emergente e futuro interesse per il Sistema Paese (come il sud-est asiatico, l'Africa e il Sud America) ai fini dell'avvio di programmi di cooperazione pacifica, rafforzando l'area strategica prevista al punto 11 del Documento di visione strategica 2020-2029 dell'Asi e in accordo con il documento strategico di politica spaziale nazionale (Dspsn) approvato dal Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e dell'aerospazio;
ad adottare iniziative per potenziare la space diplomacy, razionalizzando gli uffici competenti sul tema presso la direzione generale per la promozione del sistema Paese del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale in modo da rispondere alle richieste della nuova sfida per la corsa allo spazio e mettendole al passo con le strutture operative già messe in campo da diversi Paesi, fornendo maggiore sostegno attraverso la rete diplomatica all'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese e start-up innovative e incrementando le relazioni dirette del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale con le organizzazioni internazionali in tema di spazio;
ad attivare un piano strategico triennale di cooperazione spaziale, elaborato presso la «Struttura di Coordinamento», attraverso il Gruppo di Lavoro sul rafforzamento della cooperazione spaziale, e approvato dal COMINT;
a informare periodicamente le competenti commissioni parlamentari sui programmi della cooperazione spaziale e i suoi sviluppi.
(7-00591) «Suriano, Sut, Di Stasio, Ehm»."
La riteniamo importante in questa particolare congiuntura spaziale.
Nessun commento:
Posta un commento