In Burkina Faso si apre alla fine di Agosto, la prima stazione terrestre di controllo di satelliti. Ubicata presso l’università Norbert Zongo di Koudougou, la stazione è frutto di un progetto guidato dal professor Frederic Ouattara, vincitore nel dicembre 2018 a Washington di un premio d’eccellenza africana nella ricerca delle scienze dello spazio.
Agli scettici che criticano il costo esorbitante di un progetto del genere in uno dei Paesi più poveri al mondo, lo scienziato risponde che i benefici avranno un valore ben più grande dei costi, e cita le applicazioni dei dati satellitari a favore dell’agricoltura, della meteorologia, della lotta ai cambiamenti climatici, o ancora della medicina per la prevenzione delle malattie. Il sogno dell’astrofisico burkinabè è quello di far diventare Koudougou, a 100 chilometri a ovest da Ouagadougou, la città spaziale nazionale.
Sempre ad agosto, l’Agenzia nazionale nigeriana per la ricerca e lo sviluppo spaziale (Nasrda) ha firmato un accordo di cooperazione con l’Agenzia spaziale indiana. L’intesa prevede una collaborazione per rafforzare le capacità della Nigeria nell’ambito della ricerca e dello sviluppo, dei micro e mini satelliti, dell’esplorazione planetaria, delle stazioni a terra, della comunicazione, della navigazione. Tali sviluppi verranno usati per l’agricoltura, l’ambiente, la protezione delle foreste, lo sviluppo minerario e la connettività. La Nigeria è infatti uno dei Paesi africani leader nel settore spaziale, soprattutto in termini di satelliti, dietro l’Egitto, il Sudafrica e l’Algeria.
Questi sono soltanto alcuni esempi che testimoniano in modo tangibile come si accrescano i Paesi del Continente africano interessati al settore spaziale.
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