domenica 22 febbraio 2015

Il Ministero dell'ambiente utilizza Cosmo-Skymed

Il nostro mare è una risorsa preziosissima, le tecnologie satellitari ci aiuteranno a
tutelarlo meglio”.I satelliti che ogni giorno sorvolano l'Italia vigileranno sulla qualtà del nostro mare ed in particolare sulle aree occupate dalle piattaforme per l'estrazione degli idrocarburi lungo le nostre coste.Sono parole del Ministro dell'ambiente Galletti che ha stipulato un accordo con Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e E-geos per la ricezione ed elaborazione di dati dei satelliti Cosmo-Skymed.
Speriamo che sia la volta buona perchè anche nel passato vi sono state dichiarazioni di interesse senza alcun risultato concreto.













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Satelliti a guardia delle piattaforme per difenderci dal rischio idrocarburi
Fonte: Ministero Ambiente
Satelliti a guardia delle piattaforme per
difenderci dal rischio idrocarburi
Articolo pubblicato il: 20/02/2015
Galletti: “.“Il mare è una risorsa preziosissima per l’Italia – afferma il ministro dell’Ambiente Gian
Luca Galletti - e il nostro impegno è tutelarlo utilizzando tutte le tecnologie disponibili. L’attività dei
satelliti ci consentirà un monitoraggio quotidiano, allerta tempestivi e quindi interventi anti-
inquinamento più veloci e più efficaci in caso di dispersione di idrocarburi. Una garanzia in più
anche per le popolazioni della costa che vedono con diffidenza le attività di ricerca nel nostro
mare”. Le rilevazioni satellitari delle aree dove sono situate le piattaforme petrolifere copriranno,
in relazione ai possibili passaggi dei satelliti, dai 23 a i 25 giorni al mese. Per i restanti giorni non
coperti dal satellite è in fase di attivazione la copertura aerea del Corpo delle capitanerie di porto.
In più, lungo l’intero perimetro costiero nazionale sta per partire un sistema di pattugliamenti a
mezzo di motovedette delle stesse Capitanerie di Porto e della Guardia di Finanza. L’attività di
monitoraggio satellitare, che rappresenta un ulteriore salto tecnologico nella difesa del mare, sarà
finanziata con i fondi delle royalties versate dai concessionari delle piattaforme e che sono
destinate proprio all’implementazione della tutela dall’inquinamento

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