Il futuro
sembra essere quello dei mini-satelliti.
Si tratta dei Cubesat, cubi di
soli 10 cm di lato e pesanti poco più di un chilo. Malgrado le loro
dimensioni alquanto ridotte, possono essere dotati della medesima
potenza ed intelligenza degli esemplari più grandi.
Sono scatole da riempire come si desidera: con sensori, fotocamere
ed ogni tipo di strumentazione abbastanza piccola da essere contenuta
nel proprio volume.
Ad esempio, la National Science Foundation americana
ha lanciato un programma di Cubesat dedicato alla meteorologia
spaziale ed allo studio d'interazione l'interazione tra il vento
solare e la magnetosfera terrestre.
La Planet Labs di San Francisco ne
ha messi in orbita 28, dedicati all'osservazione della terra.
SCIENZA: i satelliti del futuro si chiamano CUBESAT
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Articolo del 4/11/2015 ore 1:20
SCIENZA: i satelliti del futuro si chiamano CUBESAT
Sono cubetti che stanno in una mano
Un documento video sul Cubesat
Il primo prototipo
fu progettato nel 1999 in California a scopo didattico per dare
l'opportunità agli studenti di costruirsi facilmente un satellite. Il
primo lancio avvenne nel 2003, quando i mini-satelliti erano considerati
poco più di una curiosità dal limitato potenziale scientifico. Ci si è
accorti presto che erano in grado di compiere misurazioni accurate e
potevano essere utilizzati in gruppo a formare una costellazione. Da
allora, tutta una serie di nuovi apparecchi venne sviluppata da aziende
private ed università per condurre missioni spaziali dagli obiettivi più
diversi. La
presenza simultanea di questa sorta di occhi spaziali consente di
coprire qualsiasi punto del pianeta, ottenendo immagini non competitive
con la risoluzione dei grandi satelliti, ma sufficienti a rilevare le
aree colpite da alluvioni, grandi incendi o deforestazione.