In senato, con un interrogazione parlamentare di un giorno fa, si continua a chiedere il commissariamento del CNR.
Ne trascriviamo la parte finale.
considerato che, a parere degli interroganti:
contrariamente a quanto dichiarato dal 
presidente Inguscio con la citata nota stampa del 9 maggio 2017, a 
"destare motivato disappunto" sono la mala gestio
 dell'ente e il mancato rispetto di numerose norme vigenti a garanzia 
del corretto funzionamento e della legittimità del suo operato;
inoltre non può essere sottaciuto che 
sono almeno 20 le interrogazioni, che ad oggi non hanno ricevuto 
risposta, presentate dai senatori del Gruppo Movimento 5 Stelle nelle 
quali si denunciavano vari problemi di gestione del CNR, di fatto 
riconducibili al suo management, il cui costo, per effetto dei riordini previsti dal decreto legislativo n. 127 del 2003 (del Ministro pro tempore Moratti) prima e del decreto legislativo n. 213 del 2009 (del ministro pro tempore Gelmini)
 poi, è lievitato del 670 per cento, a discapito delle risorse 
disponibili per le attività di ricerca, che i ricercatori conducono con 
non poche difficoltà;
in questo preoccupante quadro risulta 
anche che tra le priorità del presidente Massimo Inguscio vi sia stata 
la proposta di una modifica statutaria che gli consentisse di cumulare 
più incarichi e più stipendi. Allo stesso tempo, egli ha delegato le sue
 funzioni ai componenti del consiglio di amministrazione, professor 
Saccani Jotti, professor Frosini e professor Lagalla, e in aperta 
violazione delle norme statutarie e regolamentari dell'ente,
si chiede di sapere se i Ministri in 
indirizzo siano a conoscenza di quanto descritto e se non ritengano 
indifferibile il commissariamento del CNR, il più grande ente pubblico 
di ricerca del Paese che annualmente assorbe dalle casse dello Stato 
quasi un miliardo di euro.
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