Assume valore storico la recente decisione dell' Onu di ammettere all'assise mondiale la Palestina come Paese osservatore.
L'Italia ,come è noto, distinguendosi altri Paesi europei e degli Stati Uniti ed ovviamente di Israele, ha votato a favore provocando anche malumori da parte del Governo di Gerusalemme.
E' senza dubbio la scelta italiana condivisibile, ma non si può non rilevare come da parte italiana continui ad esservi doppiezza ed ambiguità.
Non dimentichiamoci infatti che è in vigore un accordo tra le Agenzie Spaziali di Italia ed Israele relativo allo svolgimento del progetto Shalom per la realizzazione di due satelliti con tecnologia congiunta in grado di effettuare osservazione nell'infrarosso visibile ed ultravioletto.
Per essere più precisi la collaborazione è molto più ampia ed in questo contesto la Difesa Italiana è impegnata nell'acquisto di un satellite spia costruito da Israele e nella vendita al Governo di Gerusalemme di caccia bombardieri.
Il Governo quindi quando ha dato parere favorevole all'ingresso della Palestina conosceva anche i dettagli di questa collaborazione?
Forse sono presenti contraddizioni nella politica estera e della difesa italiana che richiedono approfondimenti.
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