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lunedì 16 luglio 2012

Il settore spaziale nazionale:molto fumo e poco arrosto?

Non si può dire che l'Italia non sia movimentista nel settore spaziale. La sua dinamicità è sempre posta in evidenza dalla stampa nazionale "scientifica"
Vi è da anni una corsa ad avviare collaborazioni internazionali, imbastire accordi, costituire gruppi di lavoro con i Paesi di tutti i Continenti anche con il rischio di essere dispersivi.
Si portano avanti programmi in tutte le direzioni applicativi e di ricerca, si finanziano industrie grandi, medie e piccole.
Ma con quali risultati? Invero la spending review ha graziato l'ASI, rispetto agli altri Enti pubblici di ricerca,ma non si può ignorare, come è posto in evidenza anche da autorevoli opinionisti, che riceviamo indietro dall'Europa molto meno di quello che investiamo e questo in termini di ritorni quantitativi e qualitativi.
Per di più le nostre aziende sono detenute in prevalenza da azionariato straniero (francese e tedesco soprattutto)
Le piccole e medie imprese non sembrano competitive ed in molti casi sopravvivono con i finanziamenti pubblici.
Queste sono le condizioni in cui affrontiamo la conferenza ministeriale dell'ESA del prossimo novembre:il Ministro Profumo avrà un bel da fare a svolgere il ruolo di Presidente dell'assise casertana in cui prevarranno con molta probabilità interessi tedeschi e francesi.
Non ci sembra quindi un quadro molto rassicurante ed ottimistico.Questo ovviamente è il nostro sommesso parere.


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