Pagine

sabato 3 luglio 2021

La pesante situazione della Thales Alenia Space: gli azionisti francesi tentano di spostare alcune attività in capo alla Thales Alenia Space Italia alle realtà transalpine. Vi sono reazioni da parte italiana a livello sia dell'azionariato nostrano sia a quello istituzionale?


La Thales Alenia Space sta attraversando un momento scottante gravido di tensione tra gli azionisti italiani e francesi con rilevante inquietitudini da parte dei sindacati.
Ne abbiamo già parlato nei giorni scorsi su questo blog.
Pubblichiamo qui di seguito,per gentile concessione dell'autore. l'articolo molto preoccupato di Alessandro Da Rold su " LA Verità" di qualche giorno fa dal titolo"
"L'allarme dei lavoratori di Thales Alenia Space sullo spazio: La Francia ci sta fregando"

 
"I sindacati tornano a farsi sentire: il nuovo organigramma con il modello di governance dell'azionista francese non garantisce la filiera italiana.
L'Italia continua a perdere posizioni nei ruoli chiave del settore aerospaziale europeo, Ultima in ordine di tempo è la posizione importante di membro della Earsc (European Association of Remote sensing companies) dove è sempre presente l'Italia e persa due settimane fa dal nuovo amministratore delegato di eGeos Paolo Minciacchi poco noto internazionalmente rispetto al precedente Massimo Comparini, oggi numero uno di Thales Alenia Italia. Iniziano così a montare preoccupazioni anche nella nostra industria del settore. Da ormai diverso tempo le organizzazioni sindacali lanciano allarmi inascoltati dalla politica o dalla stessa autorità delegata, cioè Bruno Tabacci, poco abituato ad affrontare la realtà del comparto che non conosce. L'accusa è che si fa sempre più sentire uno squilibrio della struttura organizzativa della joint venture italo francese «Space Alliance», a nostro scapito e a favore dei cugini d'Oltralpe. Le dichiarazioni a cui si riferiscono i sindacati (Fim-Fiom-Uilm), riguardano la volontà da parte degli azionisti francesi di voler spostare alcune attività adesso in capo a Thales Alenia Space Italia alle realtà transalpine
 
L'obiettivo è compensare gli scarichi di lavoro. In pratica quanto definito nei patti di governance tra Leonardo e Thales sulla cosiddetta "Space Alliance" non sarebbe però rispettato. Va anche ricordato, come dicono i sindacati, che da un anno a questa parte, con la nomina di Comparini a amministratore delegato di Tasi e deputy di Tas, la realtà italiana ha acquisito un volume di contratti di oltre 2 miliardi di euro, con l'impegno di Leonardo e il sostegno politico delle istituzioni italiane. C'è chi dice che in realtà i patti sono stati siglati male in partenza, che l'Italia non ha saputo difendersi e che quindi la Francia si stia approfittando della situazione
Tutte le operazioni hanno comportato un patrimonio di ordini e di programmi spaziali attraverso finanziamenti  dell'intera filiera di settore, nella visione di una ripresa economica attrattiva del nostro Paese-Un sostegno importante del nostro Paese ad una filiera costituita da 200 aziende di cui Tas Italia ne rappresenta la realtà più numerosa sia in termini occupazionali (2.200 addetti sui 7.000 unità complessive) che di cifra d'affari (circa 700 milioni di euro su 2 miliardi del settore in Italia) con circa un terzo, oltre alle start-up ed alle collaborazioni con le Università
LILLOH . ZI
CH 
Alla richiesta di Fim Fiom Uilm sulla quantificazione e la tipologia dei volumi di attività che si intendono trasferire non c'è stata risposta da parte dei vertici francesi. Non solo. Non c'è risposta nemmeno rispetto alla volontà di portare via dall'Italia attività di ingegneria e produzioni ad alto valore tecnologico. I sindacati si domandano se è legittimo farlo e chi ne autorizza o vuole avallare questa azione
 
Scrivono i sindacati: «Su quali meccanismi si sta giocando? Forse a una sottile inventiva di uscire dal margine utile. Si attende di essere fuori tempo utile rispetto al Ramp-Up delle attività per poi dover trasferire frettolosamente in altre strutture esterne a quelle italiane?». I lavoratori avevano sollecitato nei mesi scorsi i vertici, chiedendo di «di rivedere e riequilibrare le struttura di comando delle joint venture (a prepotente trazione francese) che da troppi anni non riesce a risolvere le criticità dei ritardi nell'esecuzione dei programmi con conseguente riduzione delle marginalità e generazione di generici e mai specificati costi di non qualità»
«È onesto e razionale che le responsabilità siano addossate ai lavoratori invece che a una discutibile organizzazione e ad una inefficiente conduzione da parte di manager di un'unica nazione?» dicono ancora le sigle sindacali. «Ci chiediamo ancora, è possibile che non si possa modificare l'attuale modello organizzativo - basato esclusivamente sull'organizzazione francese di Thales- con l'accentramento delle funzioni strategiche di Cfo, Procurement e Risorse Umane?». Secondo le sigle sindacali, il nuovo organigramma con il modello di governance dell'azionista francese e con referenti Tas che riportano funzionalmente a Thales non può servire a molto e garantire la filiera italiana. «Ed infine, ci chiediamo, perché l'Italia, in Thales Alenia Space non può avere la possibilità di controllare i processi di valorizzazione delle competenze presenti in azienda e quelli del ricambio generazionale? L'azionista italiano comprende le reali necessità di preservare le missioni produttive dei siti italiani?»
sponsor 
 
Purtroppo scelte strategiche fatte da Pierfrancesco Guarguaglini ex presidente di Finmeccanica ai tempi della sigla degli accordi, non sono mai state effettivamente riviste e valutate e ancor meno cambiate: oggi i lavoratori italiani rischiano di pagarne inermi le conseguenze. "


 
 


Nessun commento:

Posta un commento