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sabato 7 luglio 2018

La tristezza di Leopardi e la Luna

Giova allo spirito  meditare sulla Luna con i versi di Giacomo Leopardi
Risale al 1819  la poesia “Alla luna” di Giacomo Leopardi che fa parte dei canti definiti Piccoli idilli. 
L’ambientazione è la stessa de " L'infinito" sulla cima del colle, il monte Tabor, a Recanati. Il poeta marchigiano si rivolge intimamente alla luna, muta testimone del suo dolore, e ricorda quando prima l’aveva ammirata con occhi piangenti, a causa dell’angoscia che l’opprimeva.
Ecco il mirabile testo.


O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, nè cangia stile,
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!



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