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lunedì 6 gennaio 2014

La genetica fa ingresso nello spazio.

 
Vi ricordate i gemelli di Einstein?
Sempre gemelli,ma ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso.
Questa volta in un programma della NASA saranno coinvolti due gemelli.
Il primo andrà per un anno nello spazio, mentre il secondo rimarrà sulla terra, sottoponendosi alle stesse sperimentazioni del fratello in orbita.
Tutto avverrà a cominciare dal marzo 2015 quando uno dei fratelli decollerà a bordo di una Soyuz con destinazione la stazione spaziale internazionale ISS, mentre l'altro si sottoporrà a terra agli stessi esperimenti.
Insomma hanno inizio degli esperimenti sulla genetica di cui , in considerazione della limitazione del test, molti dubitano sulla loro attendibilità














Due astronauti gemelli: il primo per un anno nello spazio mentre il secondo rimarrà sulla Terra sottoponendosi alle stesse sperimentazioni del fratello in orbita. La Nasa intende sfruttare questa occasione che avrà dal marzo del 2015 quando Scott Kelly decollerà a bordo di una Soyuz con destinazione la Stazione Spaziale Internazionale (Iss).
Il gemello Mark, nonostante si sia ritirato dal corpo astronauti della Nasa, si sottoporrà alle stesse prove qui sulla Terra. A gennaio l’ente spaziale americano dirà quali saranno gli esperimenti scelti tra quelli proposti da università ed enti di ricerca internazionali, ai quali i due fratelli si sottoporranno.

Si tratta di studi dimostrativi sulla genetica, i primo del genere con gemelli astronauti monozigoti. Confrontando Scott con Mark i ricercatori sperano di esplorare i cambiamenti che possono, alla lunga, influenzare il Dna.
La Nasa però ammette che lo studio non è proprio l’ideale per comprendere certi meccanismi. Il campione è ridotto: solo due partecipanti e poi non si potrà pretendere di applicare a Mark la stessa dieta, gli stessi orari di sonno, fargli respirare gli stessi livelli di anidride carbonica e dargli le stesse radiazioni che invece subirà Scott nello spazio per un anno.
Non sarà uno studio clinico ideale, ma la Nasa spera intanto di avere alcune basi sulle quali lavorare

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